Rosso Valentino e IKB: colori iconici della Moda e dell’Arte Contemporanea

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Le vetrine dei negozi sono piene dei colori della Summer Season 2024: freschi e brillanti per farci sentire “come sere d’estate”. Rosa, verde menta, beige, fucsia, oro è la composizione della palette, pastello e sgargiante di quest’ anno, a cui si aggiungono, ovviamente, due grandi classici: il rosso e il blu.

Espressione di sensualità ed eleganza, queste due nuance rimandano a dimensioni contrastanti, come quelle del caldo e del freddo, della passione e della tranquillità; ma anche a mondi affini come quelli della moda e dell’arte.

È proprio in queste due realtà che, nel corso della storia, il rosso e il blu, si incontrano in un processo di creazione che li ha resi intramontabili: Valentino Garavani e Yves Klein sono i nomi di coloro che hanno firmato l’immortalità del Rosso Valentino e dell’IKB (International Kein Blu).

Rosso Valentino

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Era ancora uno studente quando Valentino rimase folgorato alla vista di un’anziana signora che, tra la folla vicino all’Opera di Barcellona, indossava un abito di velluto rosso. “Fra tutti i colori indossati dalle altre donne, mi è sembrata unica, isolata nel suo splendore. Non l’ho mai dimenticata. Penso che una donna vestita di rosso sia sempre meravigliosa, è la perfetta immagine dell’eroina” (Valentino).

È proprio così, come delle eroine, che lo stilista ha immaginato tutte le donne quando, nel 1959, ha aperto un suo primo atelier e ha creato, estraendo il puro pigmento del rosso, il suo colore iconico. Le sue modelle lo hanno mostrato, sulle passerelle più importanti del mondo, attraverso straordinarie creazioni che hanno marcato l’identità della sua maison e dello stile italiano nel campo dell’alta moda; d’altro canto, Valentino n’è diventato l’imperatore.

IKB: International Kein Blu

Se da un lato, Valentino ha trovato in una “visione” l’incipit per inventare un nuovo iconico colore, dall’atro, Yves Klein deve alla dimensione onirica l’inizio della sua carriera di pittore. “Quando ero ragazzo, feci un sogno ad occhi aperti in cui firmavo il confine della volta celeste. Quel giorno iniziai a odiare gli uccelli che volavano nel cielo perché cercavano di bucare la mia opera più importante e più bella. L’evento segnò l’inizio della mia carriera come pittore” (Klein).

Una carriera breve quella di Klein come la sua vita ma tutta proiettata alla ricerca e alla sperimentazione. In linea con l’attenzione alla giustapposizione dei colori nelle opere pittoriche di quegli anni – dove si vide nascere capolavori come “Domenica pomeriggio sull’isola della Grande Jatte” di Seraut  – Klein si concentra su quella che doveva essere la “più perfetta” tonalità di blu per esprimere l’essenza stessa del colore.

A Klein non interessava lavorare con i pigmenti già esistenti perché aveva avuto modo di vedere, con i suoi primi “Monocromi”, che la luce e la brillantezza si perdevano con l’essiccazione del colore, poco dopo la stesura. Così, nel 1956, Klein in collaborazione con un suo amico chimico, trova nella resina Rhodoras il legante perfetto. Riesce a dar vita al blu più profondo, intenso, liquido e vellutato che si potesse creare: IKB.

Le tracce di vita di Klein

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L’uso che ne fece Klein fu avanguardistico. Da precursore della Body Art, l’artista vestiva i corpi delle sue modelle con il suo blu, le faceva sdraiare (o muovere secondo precise indicazioni) su grandi tele bianche così da lascia l’impronta o, meglio, come lui le chiama, “Le tracce di vita”. Nel quadro si univano per sempre corpo e colore senza l’uso del pennello.

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Andando oltre le tradizioni anche le sculture classiche come la Venere, nella sua espressione di bellezza canonica, con Klein si tinge di blu per raggiungere la perfezione assoluta. Ives smuove la nostra sensibilità e sblocca la fissità nei confronti del modo in cui, spesso, vediamo le cose; ci porta verso una routine altra.

Seguendo questo flusso creativo si può appurare che “i colori hanno il potere di mostrare il nostro animo” (M. Gherardini); dunque, concediamo pure un cambiamento: osiamo con il rosso Valentino per sentirci eroine o eroi, oppure con l’IKB per lasciare una traccia di vita nei nostri occhi e nei ricordi di qualcun altro.