il viaggio artistico di lis sor

Lis Sor

Per Lisa Sorba l’arte non è mai stata una scelta, ma una naturale evoluzione. Da guida turistica a artista, il suo percorso nasce da una predisposizione spontanea per il bello e per la storia dell’arte, che l’ha condotta a trasformare la passione in linguaggio personale. Gesto e colore, natura e storia, sperimentazione e urgenza creativa: sono questi i tratti distintivi di un universo espressivo in costante trasformazione, che racconta la sua anima artistica indipendente.

Com’è nato il suo percorso artistico? C’è stato un momento o un incontro che ha segnato una svolta particolare?

La mia immersione nel mondo dell’arte non è stata una scelta, ma una naturale evoluzione. Una predisposizione spontanea per il bello e per la storia dell’arte ha acceso la scintilla, portandomi a intraprendere la professione di guida turistica. È il ruolo perfetto per me, perché mi permette di essere ogni giorno circondata dall’arte, respirandone l’essenza e condividendone la magia. Poi la mia passione si è nutrita di anni di studio e ricerca costante, trasformandosi in un modo di vivere l’arte non solo da esterna, ma direttamente in prima persona.

“Gesto e colore” sono elementi centrali della sua ricerca. Cosa rappresentano per lei e come si traducono nella pratica quotidiana in studio?

Nel mio mondo creativo, gestualità e colore seguono l’ispirazione in un istante. È il colore stesso a dare il via al processo e vita all’idea, richiamando a sua volta altre cromie che si inseriscono con una gestualità dinamica, attraverso ampie pennellate, l’uso di spatole, rulli, e spesso anche del torchio, che aggiunge un’ulteriore dimensione all’espressione. Raramente mi affido al disegno preparatorio. Preferisco tuffarmi direttamente nella materia, stendendo il colore e plasmando la forma o l’immagine in modo istintivo direttamente sulla superficie. È quasi un paradosso, dato che il disegno non è la mia passione più grande e, nonostante abbia scelto corsi specifici e un anno di disegno avanzato alla RUFA Rome University of Fine Arts per disciplinarmi, alla fine, è sempre il colore a guidare la danza. In sintesi Gesto e Colore Danzano con l’Ispirazione e il colore è la mia firma artistica.

Spesso nelle sue opere emergono riferimenti naturalistici e storici. Come sceglie i suoi temi e in che modo li rielabora?

Se c’è un cuore pulsante nelle mie creazioni, è l’indissolubile legame tra natura e storia. Sono le fondamenta su cui costruisco, due forze che si intrecciano in un abbraccio costante per svelare il ciclo della vita stesso. Questo ciclo, profondamente radicato nella natura, trova un’eco potente nelle reiterazioni storiche che costellano il nostro percorso. È una melodia ancestrale, un eco che risuona attraverso i secoli.
Ed è proprio qui che trovano spazio Eros e Thanatos, non come semplici archetipi, ma come motori di un divenire altro. Simboleggiano la spinta inesauribile verso la creazione e la transizione, la continua trasformazione. Le mie opere aspirano a catturare questa essenza, a dare voce a quel dialogo eterno tra ciò che è stato, ciò che è, e ciò che sarà, attraverso la lente potente di natura e storia.
Comunque sono tematiche connesse alla mia passione per la botanica e la profonda necessità di stare a contatto con la Natura unita all’amore per la storia, legato alla mia professione e al fascino delle grandi imprese.

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Ha esplorato molte tecniche: pittura, incisione, calligrafia, collage… Come convivono questi linguaggi nel suo lavoro?

La mia arte è da sempre alimentata da una grande curiosità verso ogni forma in cui la creatività può esprimersi. È un desiderio profondo di provare, di toccare con mano, di scoprire come ogni tecnica possa rivelare e trasmettere l’evoluzione di un’idea in modi sorprendentemente diversi.
Nel corso del tempo, alcune tecniche sono state come meteore: mi hanno attratto intensamente, ma non sono riuscite a identificarmi fino in fondo. La pittura a olio, la pittura botanica, il Sumi-e, il marbling, il disegno dal vero e figurativo, l’acquerello… le ho sperimentate tutte con un forte interesse iniziale. Eppure, col tempo, quest’entusiasmo si è affievolito, perché rimanevano un puro esercizio di stile, un campo in cui non mi riconoscevo pienamente e tantomeno riuscivo a esprimermi con autenticità.
Poi, l’incontro con la pittura a tecniche miste, il collage, la calligrafia e l’incisione ha aperto un mondo. Queste sono le tecniche che mi hanno permesso di esprimere pienamente il mio sentire, e oggi convivono e predominano nelle mie opere. Fondamentalmente ciò che amo di più è sperimentare. Lo faccio anche creando i miei colori, in un vero e proprio carosello di pigmenti, inchiostri e acrilici che trasformo e mescolo per dare vita a nuove, inaspettate sfumature. E’ la curiosità che muove la creazione in un viaggio di sperimentazione. Per me l’Arte è coraggio.

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Qual è il processo creativo alla base di un’opera, dalla prima intuizione alla realizzazione finale?

Più che un processo è un ‘urgenza creativa, prende il sopravvento l’intuizione, che, spesso, mi coglie in modo inaspettato, noncurante dei tempi o dei luoghi. Quando arriva, è fulminea, prepotente e potente: sento l’impellente necessità di materializzarla immediatamente. A quel punto, vado avanti senza interruzione, in un flusso inarrestabile, finché l’idea non si palesa completamente sulla superficie. È una vera e propria creazione che assorbe totalmente. Non sento fame, né sonno o stanchezza; vado avanti senza sosta, finché l’opera non prende forma. Solo dopo che il “furore” creativo si placa, mi concedo una pausa. È il momento in cui posso osservare l’opera razionalmente, capire le modifiche da apportare, le correzioni necessarie, e darle il suo tocco finale.

Ha scelto di firmarsi “LIS SOR”. Ci racconta cosa rappresenta per lei questo pseudonimo?

La mia personalità artistica ha sempre vissuto una vita indipendente, pura, quasi nobile, avulsa dal quotidiano. È un’essenza così definita che, pur mantenendo salde le mie radici, ho scelto di darle una propria identità. Ecco perché ho deciso di firmare le mie opere come LIS SOR. Sono sempre io, Lisa Sorba, ma il mio nome è stato scomposto e ricomposto, in un acronimo che racchiude l’indipendenza e la purezza della mia espressione artistica. È un modo per dire: Lissor sono io ma sono anche un’Anima Artistica Indipendente.

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Ha vissuto e lavorato tra Roma e Torino. Quanto il contesto urbano e culturale delle due città ha influenzato la sua arte?

La mia identità, come la mia arte, sono profondamente intrisa di queste due anime che creano un’unica essenza. La Fusione della regalità e dell’eleganza di Torino, dove sono nata e cresciuta, e del fascino e della potenza carismatica di Roma, la città che ho scelto come mia casa, i loro tessuti culturali, così diversi eppure così complementari, hanno segnato la mia vita, essendo vere e propri vasi comunicanti e simbiotici che si nutrono a vicenda. L’ordine sabaudo e la grandezza imperiale, la discrezione torinese e la passionalità romana: tutto confluisce nella mia prospettiva, arricchendo la mia visione del mondo e, di conseguenza, la mia espressione artistica.

Ha partecipato a molte esposizioni in Italia e all’estero. Ce n’è una che ricorda con particolare affetto o che ha rappresentato una tappa importante per lei?

In realtà, mi è difficile isolarne una singola, perché ogni esposizione ha segnato un nuovo traguardo nel mio percorso artistico ed ogni traguardo ha generato un ricordo. Molte di esse sono state momenti chiave, ma se devo identificare le più significative, le mie tre mostre personali hanno avuto un’importanza cruciale: in esse, mi è stata ufficialmente riconosciuta un’identità artistica, un momento di profonda validazione. Tuttavia, se devo dare un valore affettivo, un ricordo che porto con orgoglio nel cuore è legato alla mostra MuccArt presso la Kou Gallery di Roma. Lì, il ricavato della vendita della mia opera è stato destinato all’acquisto di una mucca per una famiglia etiope. Il pensiero che una famiglia abbia ricevuto un dono così vitale grazie al mio quadro è stato meraviglioso. Quella mucca, in qualche modo, è diventata parte della mia storia artistica, un simbolo tangibile di come l’arte possa generare un impatto reale e profondo.

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Ultimamente si è dedicata anche alla creazione di foulard. Cosa l’ha spinta a esplorare questo ambito e cosa significa per lei portare l’arte nel quotidiano?

Un’altra mia grande passione, che si intreccia profondamente con il mio percorso artistico, sono le stoffe e i tessuti. Molti di essi, così ricchi di storia e texture, li ho ammirati e studiati attentamente nei quadri esposti nei musei dove ho avuto la fortuna di lavorare.Essendo poi il foulard una mia vera e propria passione, quasi un’ossessione, ho sentito il desiderio irrefrenabile di dare vita a creazioni uniche. Così ho iniziato a crearne alcuni partendo dalle mie stesse opere, trasformando l’arte in opere di seta. Da lì, il passo è stato breve per librarmi in creazioni specifiche, dove il
foulard diventa esso stesso una tela per esplorare nuove espressioni artistiche. Credo fermamente che indossare una creazione artistica renda il quotidiano più bello. Non è solo un capo d’abbigliamento o un accessorio; è portare con sé un pezzo di creatività, un’emozione, una storia. È un modo per infondere bellezza, ispirazione e un tocco di unicità in ogni momento della giornata, trasformando l’ordinario in qualcosa di straordinario. È innegabile: indossare un foulard, per sua stessa natura, ci fa sentire più belli ed eleganti. Non è solo un accessorio, ma un vero e proprio statement di stile, capace di trasformare un outfit semplice in qualcosa di ricercato. La sua versatilità, i colori e le fantasie, la morbidezza del tessuto sulla pelle, tutto contribuisce a creare un’aura di raffinatezza e unicità. È un piccolo gesto che aggiunge un tocco di grazia e fiducia a chi lo indossa, rendendo ogni momento più speciale.

Quali progetti ha in cantiere per il futuro? Ci sono mostre, collaborazioni o nuove sperimentazioni all’orizzonte?

l futuro non è domani, è adesso. E sono entusiasta di annunciare che presenterò la mia ultima creazione, alla quale sto lavorando con dedizione, alla Rome Art Week di quest’anno a Roma: il mio Libro d’Artista.
Questo progetto è un viaggio profondamente personale. Ho raccolto un universo di immagini da riviste, giornali, pubblicità ed etichette, e le ho poi scomposte e ricomposte in una narrazione visiva che è insieme onirica, ironica, visionaria ed evocativa, direi, quasi autobiografica. Una volta iniziato, è stato un flusso ininterrotto di immagini e di figure ricreate in una genesi completamente libera da ogni aspettativa.
È il mio libro, creato da me per me. All’interno, fantasie, pensieri, sogni e ricordi si fondono in un carosello vibrante di colori, visioni e simboli, un’espressione pura e senza filtri del mio mondo interiore.

Lis Sor