Il rossetto: un segno, un simbolo

Tra i cosmetici iconici, il rossetto vanta una lunga storia, nata dal desiderio e dal coraggio di esprimere sé stessi. Le labbra sono per antonomasia tra le parti del corpo più ammirate e sensuali, e così, metterle in risalto con un velvet rouge trasmette forza e fierezza. Al pari di tutto ciò che ha una valenza simbolica, il rossetto ha suscitato controversie prima di trasformarsi in un “semplice” prodotto make-up immancabile nel beauty.

Realizzato in modo diverso a seconda delle ere e della cultura d’appartenenza – dai sumeri che ne traevano il colore da piante o rocce, agli antichi egizi che avevano una loro particolare composizione (Cleopatra, per esempio, utilizzava un rossetto ricavato dai pigmenti dei coleotteri e delle formiche), ai romani che azzardavano con il solfuro di mercurio – ha attraversato periodi di grande popolarità e altri di oscurità.

una storia di rivincite

Dai tempi dei greci al Medioevo il rossetto vive il suo periodo più cupo, frainteso da tutti e associato all’immagine del diavolo, per il tipico rosso color diablo (un po’ un cliché). Era, infatti, considerato indice di deviazione e di riconoscimento per chi praticava il nobil lavoro.

Durante il regno di Elisabetta I acquisisce popolarità: la regina, in particolare, utilizzava una miscela per ottenere colore sulle labbra, a base di piombo – probabile causa della sua morte “secondo alcune dicerie”. Da segno distintivo dalla classe inferiore, con l’arrivo della regina Vittoria (un pò più severa) diventa poi sintomo volgarità, oltre che di mancanza di spirito nobile e raffinatezza.

Il primo rossetto e la lotta femminista

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Il primo rossetto moderno è opera di Guerlain nel 1870. Il suo prodotto conferiva alle labbra un color rosino effetto “sano”, ma solo nel 1910, dopo tutte le vicissitudini, Roger & Gallet crea il primo vero rossetto in stick. Così, nella prima metà del 1900, lipstick raggiunge la sua massima espressione simbolica, diventando rappresentazione della lotta femminista. In America alla fine degli anni ’90 del ‘900 nasce il primo reggimento/battaglione femminile: il Women’s Army Corps in cui indossare il rossetto rosso era, di fatto, una legge non scritta.

L’imprenditrice Elizabeth Arden, sotto richiesta del governo degli Stati Uniti d’America, fu incaricata di creare una nouance di rosso che richiamasse il colore delle divise, tonalità tutt’ora famosa: Montezuma Red. Dal ‘900 il rossetto, rigorosamente rosso, ha ulteriormente esteso il suo simbolismo e viene tutt’ora usato come segno sulle guance di chi lotta contro la violenza sulle donne, parte fondamentale del movimento femminista attuale.

Elizabeth Arden

Una pioniera e rivoluzionaria nel settore beauty fu Elizabeth Arden, pseudonimo di Florence Graham. Con la sua visione innovativa, inclusiva e paritaria, l’imprenditrice contribuì a sovvertire l’immagine della donna, “all’epoca” relegata a mero riflesso della forza e virilità maschile. La Arden riuscì ad aprire il suo saloon di bellezza, che si affacciava nell’allora sfavillante Fifth Avenue, in cui la donna era la protagonista e che attirava file lunghissime di clienti (e non clienti qualunque!). Per nominarne qualcuno, la regina Elisabetta II e la splendida Monroe.

Elizabeth Arden, portò il make-up a un livello superiore, non solo producendo rossetti ma anche creme, ombretti e mascara (fino a quel momento posti in secondo piano e risorti anche grazie all’altra grande imprenditrice Helena Rubinstein) e introdusse figure fino ad allora inesistenti in boutique come truccatori e consulenti di immagine. Durante uno dei momenti proliferi per le sue beauty ideas – fondo che matcha con l’incarnato, total look, make-up monocromatico abbinato alle gote e allo smalto – la Arden partecipò alle lotte e alle proteste delle suffragette. In prima linea al passaggio delle suffragette nella Fifth Avenue, regalò a tutte il suo rossetto che diventò, così, icona della lotta. 

Lipstik effect

Durante gli anni ’20-’30 il rossetto diventa la star del cinema muto, per poi diffondersi a dismisura proprio grazie all’industria cinematografica. Le flappers (dal nome giovani donne in procinto di “spiccare il volo”) si spingono oltre i soliti schemi, indossando rossetti caratterizzanti la femminilità (possibilmente scuri), prendendosi in modo arbitrario dei vizi e dei lussi fino a quel momento concessi solo agli uomini (ostinatamente bianchi) come alcol, fumo e serate danzanti.

Ma c’era in effetti un uomo di potere che sosteneva il rossetto? La risposta è si: il primo ministro di Inghilterra W. Churcill ordinò un aumento della produzione di rossetti, mentre venivano stoppate o diminuite quelle degli altri prodotti make-up. La produzione del rossetto non si è mai interrotta, neppure durante le guerre o la grande depressione, ma si è fortificata. Durante quegli anni, il colore sulle labbra delle donne manteneva alto il morale e l’entusiasmo, nonostante i momenti difficili: il “Lipstik effect”.

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Fun Fact

Il red lipstik ha avuto una doppia meravigliosa funzione. Oltre a essere simbolo del femminismo, creava molti disagi a Hitler, il quale non lo tollerava perché “sporcava le donne di razza ariana”. Dopo questa constatazione, sicuramente amerete ancora di più il make-up e i rossetti.

Potenza, lotta e femminilità

Se dovessimo, quindi, abbinare al rossetto un detto sarebbe: “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Indossate il vostro rossetto preferito sugli zigomi per fare un monochromatic make-up, sulle labbra per osannare la vostra sensualità o sulle guance per lottare, sortirete sempre un effetto mistico: un mix di potenza, lotta e femminilità.