I colori del Beauty: storie di donne che sfidano gli stereotipi

I colori del Beauty
I colori del Beauty

Nel mondo moda-beauty esistono figure che hanno un obiettivo chiaro in mente: rivoluzionare. Partendo da una voglia palpitante di libertà di espressione, tre donne forti hanno lasciato la propria impronta, ognuna nel proprio ambito, con grande forza e coraggio da vendere.

Winnie Harlow: non difetti ma punti di forza nel beauty

Sapete chi è Chantelle Brown-Young? Forse la riconoscerete sotto lo pseudonimo di Winnie Harlow. La super-model originaria del Canada ha attualmente 29 anni e già da adolescente inizia a farsi strada tra spot pubblicitari e passerelle d’alta moda. Il suo potenziale è stato notato, niente meno, che dalla supermodella Tyra Banks che, nel 2014, aveva avuto occasione di conoscerla durante il suo celebre programma targato USA: America’s Next Top Model.

Ma il motivo per cui è nota alla maggior parte del pubblico è la vitiligine – malattia della pelle che depigmenta delle parti del corpo, creando discromie in svariati punti, che rende la pelle chiarissima miscelata con il color caramello (colore originario della pelle della modella). La Harlow ha confessato di essere stata vittima di bullismo durante tutto il percorso della sua infanzia, trauma che però l’ha spronata a essere un’attivista pro inclusività e contro i fenomeni di bullismo.

Proprio per questa caratteristica situazione della pelle che più che renderla diversa, la rende speciale, oggi è una delle modelle più influenti e richieste dell’industria fashion/beauty. Il suo messaggio è accettarsi per poi accettare: “nella vitiligine le cellule che creano la pigmentazione vengono disintegrate, lasciando contrasti di colore come conseguenza”.

Ecco la vera forza della super-model: non si adatta, ma fa sì che il mondo beauty e fashion si adattino alla sua condizione, non da nascondere ma da risaltare. Lei stessa afferma, infatti, di piacersi e di non avere problemi a rendere omogeneo, ad esempio, il colore della sua palpebra se serve per creare un make-up occhi ricercato, al patto che resti solo un compromesso e non la normalità.

I colori del Beauty- ecletticamagazine.com (1)
Giulia Bartoccioni – Iulia Barton

Giulia Bartoccioni: la passerella diventa di tutti

Non solo Winnie, ma anche altre personalità del mondo della moda sono state d’esempio per cambiamenti e movimenti del concetto di selettività del mondo moda. Un’altra indiscussa rappresentante dell’inclusività è Giulia Bartoccioni, che affronta il tema dell’integrazione con la creazione di una linea di abbigliamento, Adaptive, ecosostenibile, facile da utilizzare per le persone affette da disabilità e senza genere.

Con una sensibilità spiccata per l’integrazione in ogni sua forma e 100% italiana, questa linea nel 2022 ha promesso di soddisfare qualunque bisogno riguardante l’integrazione e la moda, unendo finalmente questi due mondi in modo indissolubile. La giovane donna di origine romana ha pensato proprio a tutto, fino ad arrivare ad essere una tendenza durante la Milano fashion week!

Ha studiato i look partendo dall’idea di agevolare persone con disabilità fisiche gravi nei processi quotidiani, come il vestirsi. Iulia Barton è il nome dell’agenzia della stilista che ha come slogan “passerelle inclusive” in cui far sfilare tutti coloro per cui il brand è stato creato.

Make-up inclusivo da L’Oréal a Make-up Grace Beauty

A tal proposito, tante sono le iniziative in ambito Make-up verso una maggiore inclusione a partire dal tool high-tech di L’Oréal per facilitare l’applicazione del rossetto, che rappresenta un ulteriore livello di indipendenza per coloro che hanno ridotta mobilità delle mani e delle braccia. Non solo fondotinta con più di 60 shade, per coprire ogni tonalità di pelle, quindi, ma un’inclusività a 360°, offrendo prodotti adatti a tutti e utilizzabili da tutti in ogni circostanza.

In vista di questo proposito, il marchio di Make-up Grace Beauty ha lanciato una serie di scovolini per mascara progettati pensando a tutte le tipologie di utenti. Strumenti nati con la mission di alleviare alcuni degli ostacoli associati al mascara tradizionale. Avere una routine quotidiana autonoma, per le persone con disabilità e disordini neurologici è un grande traguardo da raggiungere, e queste iniziative costituiscono solo un primo passo verso un impegno maggiore e costante da parte del settore beauty verso una bellezza realmente inclusiva.

Indya Adrianna Moore
Indya Adrianna Moore

Indya Adrianna Moore: la moda può essere un’arma

Un’altra celebre top model combatte per i temi di inclusività e diversità, ma da un altro punto di vista: quello di inserire e rispettare nell’ambito moda (e non solo) le modelle transgender. Indya Adrianna Moore, attrice e modella USA, non ha mai nascosto di essere transgender. Lasciata la famiglia e la scuola solo nell’età preadolescenziale per transfobia, decide di diventare una modella e successivamente un’attrice. Nella serie televisiva Pose interpreta, per l’appunto, una donna trans. La supermodel si identifica nel genere non-binary e utilizza il pronome they/she per identificarsi.

Nel 2019 raggiunge più di qualche risultato sorprendente: per la rivista Time è una delle 100 persone più influenti; scelta per la copertina di Elle e inserita su Teen Vogue, la modella non ha mai evitato di parlare della sua situazione e dei fenomeni di transfobia che hanno accompagnato la sua infanzia, invitando a essere sempre se stessi e a credere nelle proprie ambizioni.

In un’intervista a L’Officiel la Moore ha affermato: “Sento che tutto ciò che indosso sarà sempre una dichiarazione, anche quando non intendo che lo sia. [..] I corpi trans sono sempre sotto sorveglianza e in esame, soprattutto quando mostriamo la pelle. La penso così riguardo alla moda. Mi sento così riguardo al fatto che abbiamo l’autonomia di esprimerci. Sono non-binary ma non ne parlo molto. Non credo che le persone siano ancora pronte per capirlo”.

​La moda è diventata inclusiva, ma pone davvero a proprio agio chi viene incluso? C’è la comprensione del mondo dell’inclusività, ma non c’è un’accettazione profonda, quantomeno da parte di molti. Chi è davvero inclusivo e pioniere di questo messaggio si può contare sulle dita di una mano, ma soprattutto emerge chi non si sente ancora del tutto compreso profondamente o pienamente libero di essere se stesso.