Film femministi o maschilisti: come riuscire a riconoscerli?

La rappresentazione cinematografica delle donne ha un ruolo fondamentale nella società. Il cinema educa e informa, così diventa importante imparare a scegliere e guardare i film nel modo giusto.

Troppo spesso, infatti, delle donne vengono raccontati solo vecchi stereotipi e bugie. Ma ci sono molti modi per acquisire questa consapevolezza e riuscire a rivoluzionare il proprio sguardo sul tema.

Il male gaze

Lost in translation (2003) regia di Sofia Coppola. Il film si apre con un’inquadratura sul sedere di Scarlett Johansson, isolato da qualsiasi altra parte del suo corpo. Subito dopo ci si sposta su Bill Murray che dorme: non sembra attraente, ma è reale. L’inquadratura si allarga e permette al pubblico di capire che quell’uomo si trova in un determinato posto ed esiste nel mondo a differenza del modo in cui viene mostrata la protagonista.

film

In molti film le parti del corpo delle donne esistono senza un’identificazione del personaggio, assumendo che una donna sia solo quello: un corpo senza volto, senza espressione, senza identità, che può essere contemplato. I corpi degli uomini non subiscono quasi mai questo processo. L’unica parte separata dal corpo che possiamo vedere è la testa, proprio per far capire che la parte più importante è quella, conferendo umanità e identità. Perché?

Il cinema è stato per decenni frutto del cosiddetto male gaze, lo sguardo maschile che impone il suo punto di vista: quello di maschio etero, bianco, in buono stato di salute. To Gaze significa letteralmente “fissare”, quindi guardare con insistenza. Secondo questo sguardo, le donne sullo schermo diventano oggetti, disumanizzate, il che nella realtà si traduce con discriminazioni, violenze, molestie. E spesso non importa se alla regia ci siano uomini o donne, ma nella maggior parte dei casi le donne sono sempre oggetto di fantasie e desideri.

Per cambiare lo sguardo bisogna spostare il punto di vista, da una prospettiva maschilista a una femminista: si tratta di guardare e rappresentare le cose in modo diverso. Così facendo i personaggi femminili non sarebbero più oggettivati e quelli maschili non dovrebbero rispecchiare per forza il tipico eroe pieno di mascolinità tossica.

Quindi come facciamo a renderci conto se un film è femminista o no?

Strumenti efficaci

Ci sono strumenti pratici che possono aiutarci in una visione più consapevole dei film. Aiutando a delineare se un film rispecchia un sistema patriarcale oppure parla delle donne in maniera rispettosa.

Il Bechdel test

Nel 1985 la fumettista Alison Bechdel ha pubblicato una graphic novel intitolata Dykes to Watch Out For. In una scena la protagonista della storia spiega a una sua amica la sua nuova teoria di selezione per scegliere quale film guardare.

I requisiti da soddisfare sono tre: la storia deve avere almeno due personaggi femminili; i due personaggi devono parlare fra di loro; l’argomento di conversazione non deve riguardare un uomo. Questo test ha aiutato nella classifica di molti film (nel sito ufficiale si trova una lista di film classificati a seconda che passino o no il test), ma ovviamente non è detto che un film che non lo superi non possa portare un messaggio positivo.

Film Dyke to Watch Out For

Il clit test

Il sesso nel cinema è quasi sempre irrealistico soprattutto quando si parla di piacere femminile. Il clit test celebra tutte le scene di sesso il cui la clitoride è una parte centrale del piacere. Se ci accorgiamo che esiste, allora il film supera il test (in generale se il corpo della donna viene mostrato in maniera rispettosa e non solo come oggetto della soddisfazione maschile). Mettere il piacere delle donne in un piano di parità e creare delle giuste aspettative sul sesso è molto importante per affrontare nel modo corretto la cultura dello stupro.

Il principio di puffetta

Smurfette Principle, una teoria nata negli anni ’90 secondo la quale al cinema è normale osservare una schiera di uomini, ognuno con la propria personalità ben costruita, in contrapposizione a una sola donna inserita nella trama solo perché è femmina. Pensiamo ai film d’avventura o di supereroi dove le donne sono sempre le compagne di turno. Anzi, spesso sono fonte di preoccupazione per il protagonista che deve salvarle.

Test della lampada sexy

Secondo cui se puoi sostituire il personaggio femminile con una lampada e la storia funziona allora il film non ha molta considerazione della donna.

Ovviamente non tutti questi test danno risultati infallibili ed esaustivi, ma sono comunque degli strumenti che possono aiutare ad avere più consapevolezza di ciò che guardiamo. Sappiamo che il cinema ha una forza espressiva, educativa e di coinvolgimento per chi guarda, è emozione e crescita personale. Vedere film che rappresentino le donne in maniera onesta e rispettosa può contribuire a creare una società migliore.