Confidenza: la mediocrità e le sfaccettature dell’essere umano

Confidenza

Daniele Luchetti dopo il successo di Lacci del 2020 torna a dirigere un altro film tratto da un romanzo di Domenico Starnone. Confidenza è nelle sale italiane dal 24 aprile 2024 e nel cast spiccano attori come Elio Germano, Federica Rosellini e Vittoria Puccini.

Il professore liceale Pietro (Elio Germano) inizia una relazione con la sua ex alunna Teresa (Federica Rosellini). Una sera lei lo invita a scambiarsi un “segreto così orribile che se si sapesse ti distruggerebbe per sempre”. Tutto cambia: la Confidenza di Pietro sembra essere troppo sconvolgente per Teresa, tanto da non riuscire più a stare con lui. La storia termina ma il vincolo del segreto più recondito resta, per Pietro inizia una nuova vita fatta di tormento e paranoie, con l’ombra di Teresa che lo fa sentire costantemente in pericolo.

Nonostante questo, il professore va avanti, si sposa con Nadia (Vittoria Puccini) e hanno una figlia, Emma (Pilar Fogliati). Quest’ultima determinerà le vicende della parte finale del film, riuscendo a far ottenere al padre – ormai anziano – un prestigioso premio per il suo egregio lavoro da professore. Ed ecco di nuovo Teresa che presiede la cerimonia in quanto sua ex alunna, ora eccellente matematica.

Un film che si guarda con angosciante curiosità

Il film comincia con un momento di sconforto immaginato dal protagonista che pondera l’idea di buttarsi dalla finestra. È questo il preludio di quel sentimento di angoscia che prova Pietro per tutta la vita: un altalenante movimento tra ciò che egli è agli occhi della società e ciò che è realmente. È una storia efficacemente psicologica, lo spettatore vive insieme al protagonista l’inquietudine della sua esistenza e medita di scoprire quel segreto inconfessabile, la cui natura mai sarà rivelata. Perché in fondo non è importante sapere cosa ha fatto Pietro di tanto sconcertante ma vedere come averlo svelato lo faccia sentire in trappola, tanto da immaginare come uniche vie d’uscita il suicidio o l’omicidio di Teresa.

Mentre Pietro è un uomo perfezionista ma anche insicuro, spesso inadeguato e con la paura del giudizio altrui, Teresa è contemporaneamente schietta e inafferrabile, sfuggente al pubblico e a Pietro stesso che non la comprenderà mai fino in fondo. A tratti sembra quasi un alter ego del protagonista che nasce come sua pura immaginazione e dai demoni che lo assillano. La metafora del limone – simbolo di fedeltà che agli occhi di Pietro è sempre marcio – aiuta a comprendere maggiormente la complessità di quest’uomo.

Una narrazione in continuo contrasto

Elio Germano conferisce a Pietro tutte le sfumature dell’ambiguità in un personaggio che oscilla tra la fascinazione di un professore onesto e carismatico a un uomo colpevole del proprio segreto fallimento. È una personalità che non si concilierà mai con l’aspetto esteriore della persona, un uomo che si trova sempre in un posto diverso rispetto alle sue emozioni. La doppia personalità di Pietro è evidente nella struttura del film: parlano i silenzi e i rimorsi, spesso in contrasto con la straniante musica di Thom Yorke – frontman dei Radiohead e dei The Smile – ma proprio per questo in armonia con i sentimenti inesprimibili dei personaggi.

Il film è un lavoro contraddittorio e deprimente che racconta la mediocrità e le sfaccettature più negative della psiche umana. È un racconto circolare dal quale con fatica si sopravvive e in cui non ci si può dare una risposta, vaneggiando tra realtà e immaginazione. Confidenza non vuole consolare, piuttosto, trasmette il contrario: spinge lo spettatore all’esercizio della fantasia e a porsi interrogativi scomodi su quello che il nostro io tiene custodito.