Con Piet Mondrian e Yves Saint Laurent si è varcata la soglia del tempo

Siamo sempre tutti di tutti di corsa, tanto da perdere spesso la cognizione del tempo. Per fortuna, ci diciamo, “l’ho segnato in agenda”: un planning impeccabile per organizzare al meglio le nostre giornate di domani.

Sarebbe bello prendersi del tempo per guardare ad oggi, magari anche a ieri o un po’ più indietro; così da dare valore a tutto quello che il nostro passato ci ha dato modo di costruire o forse…di prendere atto che qualcosa che non ci è più piaciuto potrebbe essere cambiato e avere una nuova visione del nostro tempo, proprio come ha fatto Pieter Cornelis Mondrian.

Mondrian

Olio su tela, Kunsthaus di Zurigo
Piet Mondrian, Composition A: Composition with Black, Red, Gray, Yellow,Blue and White, 1919, Olio su tela, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Roma

Artista olandese, conosciuto con il nome di Piet Mondrian, vive la sua maturità artistica tra gli anni ’10 e gli anni ’40 del 1900. Lui è uno che si è guardato bene intorno e che ha dato uno sguardo approfondito al passato. Un passato che si è presentato nelle opere d’arte sempre attraverso la forma, la figurazione e la soggettività.

Un panorama che, nonostante sia alla base della sua formazione, sembrava non corrispondere più allo spirito del suo tempo. Infatti, nel 1917, insieme a Theo van Doesburg sulla rivista De Stijl pubblica il Manifesto del Neoplasticismo, dove scrive che è arrivato il momento di fare spazio a una “cultura nuova” in cui deve prevalere la “smaterializzazione della forma” affiancata ad una visione pura. L’occhio dell’artista deve vedere ogni cosa con equità, nitidezza, rettilineità e con oggettività.

Nelle sue Composizioni (foto 1 e 2), Mondrian, presenta questo linguaggio universale fatto di colori primari (perché più puri non esistono) e li inserisce in uno spazio razionale ma aperto verso l’esterno; così, quello che vediamo, insieme a quello che “non vediamo” non riescono a costruire una forma. Mondrian pone le basi per un linguaggio pittorico astratto dove libertà individuale e collettiva, la natura e la vita si incontrano nella sintesi geometrica, spesso improvvisata come la musica jazz che tanto adorava.

Yves Sain Laurent: l’incontro con la storia dell’arte

È stato proprio questo suo modo di vedere le cose che hanno portato lo stilista Yves Saint Laurent a varcare la soglia del tempo creando il Mondrian Dress, segnando uno dei momenti più importanti della storia della moda attraverso l’incontro con la storia dell’arte. Come la generazione degli anni ’60 apparentemente incosciente e consapevolmente sperimentale, Saint Laurent per la “Collezione autunno/inverno 1965” decide che 25 dei 106 modelli in passerella avrebbero sfilato con un abito da cocktail creato per dare un nuovo look alla modernità.

Il Mondrian Dress ebbe un enorme successo, decisamente inaspettato per lo stilista, perché da un lato aveva avuto il coraggio di portare un’opera pittorica bidimensionale a essere una scultura tessile, e dall’altro, c’era stato uno straordinario lavoro sartoriale. Senza cuciture visibili all’esterno, con una leggerissima cerniera a scomparsa sul retro, il nuovo Dress, smanicato e senza colletto, esaltava con eleganza la silhouette delle modelle e delle donne che lo avrebbero, a breve, indossato. A completare l’outfit un paio di decolté nere, disegnate da Yves e realizzate dallo stilista Roger Viver, con una fibbia quadrata argentata o dorata, e degli orecchini bicolore, con forme geometriche che richiamavano l’arte astratta.

Una moda per tutte le età, stili e situazioni

Dalla copertina di Vogue a “successo-clamoroso” (Combat, 7 agosto 1965) a “rivoluzione” il Modrian Dress rappresentava l’esigenza del suo presente creando “quella stessa moda che sarà senza dubbio in strada domani perché si adatta a tutte le età, stili e situazioni” (Candide, 15 agosto 1965).

Così, se ci pensiamo bene, a fermarsi un attimo nella corsa di tutti i giorni per coglierne uno del presente, a guardarsi indietro per farsi ispirare dal passato, anche del nostro passato, ci si potrebbe trovare difronte a una “rivoluzione” come è accaduto a Yves Saint Laurent con il suo Abito Mondrian.