ALESSANDRO MICHELE X VALENTINO, VISIONARIO O SOLTANTO RIPETITIVO?

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Alessandro MicheleGucci HQ, Via Broletto 20 (new office space)

Mentre la Milano Fashion Week scorre, decide di anticipare a sorpresa la sua proposta per il pre-spring 2025, con un look book composto da ben 171 look, più 93 immagini di borse, scarpe e gioielli.

Alessandro Michele nominato direttore creativo di Gucci nel 2015, amante dell’arte in tutte le sue forme, si discosta dagli stili dei direttori creativi precedenti per creare un universo che mischia mascolinità e femminilità, presente e passato con proposte post gender. Così, con la sua estetica, aggiunge allo spirito del marchio una nota di Rinascimento Drammatico, non solo nelle sue collezioni ma anche nella scelta delle locations per le sue sfilate, spesso luoghi di interesse storico.

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Dopo l’abbandono dell’ormai adorato Pierpaolo Piccioli, nel marzo 2024 viene nominato direttore creativo della maison romana Valentino. Mentre la Milano Fashion Week scorre, decide di anticipare a sorpresa la sua proposta per il pre-spring 2025, con un look book composto da ben 171 look, più 93 immagini di borse, scarpe e gioielli.

Qualcosa di inaspettatamente clamoroso.

Si nota fin da subito, una ricerca del brand davvero molto accurata. A primo impatto, possiamo associare questi look alla classica estetica di Alessandro Michele vista e rivista in Gucci. Ma non fermiamoci alle apparenze, il pubblico oramai è talmente abituato all’eleganza minimalista di Pierpaolo Piccioli, che è davvero difficile immaginare una collezione così lontana da tutto ciò. Sappiamo bene che Alessandro Michele non avrebbe mai creato qualcosa di simile.

Ed è proprio l’obbiettivo del brand: cambiare Direttore creativo, dopo così tanto tempo, significa attuare un rebranding. Per questa collezione infatti, si è ispirato ai capi d’archivio della Maison, reinterpretandoli senza mai discostarsi da quello che è il suo gusto estetico, unendo i richiami prettamente seventies a un’estetica di un Valentino ormai dimenticato da tutti. Molti dei capi proposti sono genderfluid: siamo di fronte a un Gucci più minimal e a un nuovo Valentino in evoluzione.