Gli influencer passano, il cinema resta

come la settima arte rivoluziona i canoni estetici

Quando negli anni ’30 Clarke Gable, togliendo la camicia, metteva in mostra il suo petto nudo anziché la canottiera in Accadde una notte (1934), le vendite della “maglietta della salute” crollarono del 75%. Quanto è importante il cinema nell’immaginario collettivo, nelle abitudini e nella moda?

Clark Gable – Accadde una notte (1934)
Joan Crawford – Ritorno (1932)

Dagli abiti delle dive alle t-shirt

Se le sale dei cinema sono sempre più vuote, l’influenza che continua a esercitare per quanto riguarda lo stile e la moda resta rilevante, al pari del cinema delle dive. Tutte le donne volevano indossare le décolleté di paillette rosso amaranto di Judy Garland, o l’abito bianco con spalle ricchissime di ruches di Joan Crawford. È stato proprio questo, tra l’altro, che ha portato il grande costumista delle star di Hollywood, Adrian Adolph Greenberg, a creare, ai tempi, una linea di abbigliamento accessibile anche per il pubblico. Un successo che non stupisce, trattandosi di vere e proprie opere d’arte “capaci di generare un sogno”.

Marlon Brando – Un tram che si chiama Desiderio (1951)

Altrettanto indimenticabili sono gli abiti di Grace Kelly ne La Finestra sul cortile (1954), di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961), di Marilyn Monroe in Quando la moglie è in vacanza (1955), Lauren Bacall in Come sposare un milionario (1953). Ma passando, piuttosto, a capi di abbigliamento davvero minimal, al punto da trovar difficile giustificare, adesso, un tale scalpore, nel ’51 in America, e nel mondo, spopolava la maglietta bagnata dal sudore di Marlon Brando in Un tram che si chiama Desiderio (1951).

film noir

Qualche anno prima entra nell’immaginario collettivo la dark lady, dal grande potere seduttivo e misteriosa, con gli occhiali da sole a rendere il personaggio pericoloso, riconoscibile nello stile inquietante di Barbara Stanwyck, con la sua indimenticabile catenella alla caviglia in La Fiamma del peccato (1944). Un look memorabile, non poteva che essere stato creato da Edith Head, forse la più grande costumista di Hollywood.

Barbara-Stanwyck-La-Fiamma-del-Peccato
Barbara Stanwyck – La Fiamma del Peccato (1944)

Dal primo film Il mistero del falco (1941), il cinema noir ha avuto un’influenza duratura sulla moda e sul design contemporaneo. Sono molti gli stilisti che si sono ispirati alle silhouette eleganti, le mise quotidiane, e agli elementi distintivi del noir, riproponendoli nelle collezioni moderne, caratterizzate sempre da eleganza classica e un’aurea di mistero.

boom di Minigonne, Jeans a zampa, Ray-Ban

Negli anni Sessanta si fa strada la moda mod, con Blow-up (1966) di Antonioni: minigonne, abiti dalle stampe psichedeliche e modelle super skinny, da un lato, bohemien con completi, mohair, maglioni di cashmere e scarpe di pelle a punta dall’altro. Un’importante svolta negli armadi femminili si può dire sia arrivata da Diane Keaton in Io e Annie (1977), con il suo stile androgino che ha introdotto il look maschile nella moda femminile con pantaloni larghi, camicie maschili, cravatte e gilet, creando un nuovo trend.

Tom Cruise – Top Gun (1986)

Trend come i pantaloni di Jeans a zampa di elefante di Fonzie e il suo giubotto di pelle, e ancora gli occhiali da sole aviator Ray-Ban indossati da Tom Cruise nel ruolo del tenente Pete “Maverick” Mitchell, che hanno fatto aumentare esponenzialmente le vendite. Ma anche quelli di Matrix e gli outfit, da cui sono ispirate le collezioni di John Galliano Fall 1999 haute couture di DiorVera Wang al femminile Bottega Veneta con il suo Neo donna con giacca in pelle cropped, gonna trapuntata e vestiti squadrati in pelle, e molti altri.

L’influenza delle serie tv degli ultimi anni

Tornando a oggi, la moda probabilmente, più che trovare innovativi i capi tra i film – a parte gli outfit di Andy neI Il diavolo veste Prada (2006) o il boom di rosa negli armadi da Barbie (2023) – sicuramente si lascia contagiare dalle serie tv. Partendo dalla fine degli anni ’90 con il cult Sex and the City (1988) per cui tutte volevano la cabina armadio di Carry Bradshaw (anche occupata solo dalle Manolo Blahnik) l’influenza che esercitano le serie, nonostante le migliaia di influencer sui social, è incomparabile. Non si tratta solo di outfit, ma di modi di essere. Se possiamo vestire come Carry, possiamo sentirci parte del suo mondo, avere ambizioni e sognare di realizzare la propria vita nella grande città.

Leighton Meester – Blake Lively – Gossip Girl (2007)
Euphoria (2019)
Phoebe Dynevor – Bridgerton (2020)

Così, soprattutto le ultime generazioni adottano stili ripresi dallo streetwear di Euphoria (2019), con glitter e strass a volontà, o dal casual chic di Blair Waldorf e Serena van der Woodsen, con i loro meravigliosi accessori in Gossip Girl (2007).
Più che fuori dall’ordinario sono, poi, i corsetti resuscitati dall’uscita di Bridgerton (2020), che ha conquistato il cuore romantico di tutte le ragazze che amano il look classico ed elegante.
E non dimentichiamo il ritorno all’eleganza anni ’20 che ha contagiato soprattutto i maschietti by order of Peaky fucking Blinders (2013). Nell’estremo opposto c’è chi, invece, ha preso spunto dai giovani galeotti di Mare Fuori (2020), ma la moda è bella perché varia.