Dark Times, il nuovo album di Vince Staples

Tra le numerose uscite musicali del mese di maggio ha riscosso particolare successo l’album Dark Times, nuovo progetto del rapper californiano Vince Staples.

Annunciato a sorpresa su X il 15 maggio, con un semplice post che diceva «Ci sarà nuova musica di Vince Staples la prossima settimana», l’album è stato accolto con entusiasmo. Mentre la maggior parte dei fan si aspettava un nuovo singolo, è stato invece rilasciato un intero progetto, da subito dichiarato come l’ultimo del rapper con la Def Jam, etichetta discografica che lo ha accompagnato sin dal suo debutto nel 2014 con Hell Can Wait.

Dark Times è un concept album molto personale, che affronta temi profondi come la depressione e la costante sfiducia negli altri. Nonostante il titolo possa suggerire un tono esclusivamente oscuro, sono presenti anche momenti di positività e speranza per il futuro, importanti per creare un binomio emotivo che coinvolge profondamente l’ascoltatore.

Dal punto di vista musicale, l’album si distingue per la sua semplicità. Essendo un progetto conscious – ovvero che si caratterizza per i testi impegnati e profondi – la selezione dei beat si è rivolta verso strumentali che potessero funzionare come perfetto supporto, in modo da enfatizzare le parole dell’artista senza pretendere un ruolo da protagonista. Le basi sono infatti piuttosto semplici e si muovono tra il classico stile dell’hip hop anni ’90 e la scena inglese più moderna, formando un connubio di altissima qualità.

Un’opera introspettiva controcorrente

Tramite questo approccio, Vince Staples è stato in grado di realizzare un’opera che si distingue nettamente rispetto alle più recenti uscite hip hop, spesso basate sulla sperimentazione e sull’uso di strumentali ricche e complesse. L’album risulta molto coerente al suo interno, tracciando una chiara linea narrativa che si sviluppa lungo le tredici tracce.

In soli trentacinque minuti, il rapper californiano porta l’ascoltatore all’interno di una dimensione cupa e introspettiva, in cui sono presenti riflessioni su vari aspetti della vita che possono essere interpretati anche come critiche alla società. La dichiarazione d’intenti è chiara fin dall’intro Close Your Eyes and Swing (“Chiudi Gli Occhi e Dondola”) che utilizza suoni della natura per immergere chi ascolta in un’atmosfera evocativa.

Il dualismo depressione/ottimismo che caratterizza l’intero progetto ben si esprime in tracce come Government Cheese, che celebra la gioia di vivere anche nei momenti difficili, Shame On The Devil, in cui il rapper si rivolge a Dio in preda alla depressione e alla solitudine, e Justin, un breve ma intenso racconto d’amore che in poco più di due minuti attraversa una montagna russa di emozioni, concludendosi tragicamente.

crescita artistica e personale

I testi risultano autentici e sentiti, arricchiti dalla performance dell’artista che, attraverso un’impostazione vocale bassa e confidenziale, sembra raccontarsi a un amico, abbandonando il tono rassegnato solamente in alcuni ritornelli in cui emerge maggiore fiducia nella vita e in ciò che lo circonda. L’album si chiude con l’outro Why Won’t The Sun Come Out?, un monologo della cantante Santigold tratto da una conversazione con il rapper dopo che quest’ultimo le aveva fatto sentire in anteprima il nuovo progetto. È una chiusura perfetta per un’opera che fa dell’autenticità uno dei suoi punti di forza.

Dark Times ha ricevuto recensioni molto positive da parte della critica e del pubblico, affermandosi come una delle uscite di maggior successo del mese di maggio. Rappresenta un lavoro molto importante nella carriera dell’artista, poiché riflette la sua crescita artistica e personale e chiude il capitolo con la Def Jam, aprendo a nuovi sviluppi dopo dieci anni di collaborazione.

Vince Staples, noto per la sua capacità di sorprendere attraverso direzioni artistiche sempre differenti, ancora una volta si dimostra controcorrente: in un momento dell’anno in cui tutti inseguono la hit estiva, lui rimane fedele al suo credo artistico, pubblicando a sorpresa un album cupo e introspettivo destinato a far riflettere profondamente chi lo ascolta.